veteroeuropeo
agg. (iron.) Che si ispira a strategie politiche europee considerate superate. ◆ le parole con cui [Paul] Virilio stigmatizza l’ideologia del «tempo reale» in quanto incarnazione dell’imperialismo della velocità che ha permesso alla cultura americana di colonizzare il pianeta, richiamano alla memoria i toni con cui Carl Schmitt difendeva la tradizione del «nomos della terra» veteroeuropeo contro la mobilità sovversiva delle flotte aeronavali angloamericane. In breve: vista dall’Europa, la globalizzazione appare come il processo per cui una cultura locale – quella americana – si è dilatata fino a inglobare le altre. (Carlo Formenti, Corriere della sera, 22 aprile 2000, p. 33, Cultura) • Questa infine è la tesi veteroeuropea contrapposta alla tesi americana: che la dittatura religiosa ed etnica del Baath sunnita fosse la ricetta giusta per governare la pluralità islamica. (Gianni Baget Bozzo, Giornale, 1° maggio 2004, p. 14, Commenti) • Questi oppositori dell’Ue sono europei quanto lo siamo noi europei sostenitori dell’Ue. In realtà nel loro nazionalismo sono più tipicamente veteroeuropei di quanto non sappiano. (Timothy Garton Ash, trad. di Emilia Benghi, Repubblica, 21 marzo 2005, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso vetero- aggiunto all’agg. europeo.
Già attestato nella Repubblica del 16 giugno 1995, p. 12, Commenti (Giorgio Ruffolo).