vestimentario
agg. Relativo all’abbigliamento e al modo di vestire. ♦ Dice, «non m’è rimasta più una breccola, ’sto postNatale». Perfetto, pare che il giochino di stagione sia il «cosa-si riesce-a-comprare-con-il minimo»: un deca o molto meno; e nell’era del lowcostismo aereo e vestimentario, vuoi che non si trovi il modo di comprare qualcosa per 50 cents? «50 cents è quanto a Hollywood pagherebbero per la tua anima», disse Marilyn Monroe. Ma i napoletani sanno che con mezzeuro si compra un «ruoto», la teglia d’alluminio per la pastiera, (Laura Piccinini, Corriere della sera, 8 gennaio 2005, p. 43, Tempo libero) • Il fashion system insegue le "anti-mode" da molto tempo ma oggi, più che mai, utilizza i dettagli stilistici delle sottoculture, per inserirli nel vintage unisex che tanto fa gola alle fashioniste. Il tartan è fra questi. Nasce da antiche popolazioni celtiche, attraversa il tempo e arriva a noi grazie al punk e al grunge che lo inseriscono nel loro alfabeto vestimentario. (Gioia Corazza, Grazia.it, 7 ottobre 2013, Moda) • Si tratta, più che altro, di un preciso linguaggio in cui gli studenti vivono completamente immersi. Nei loro capi – ogni collezione si configura come una sorta di pastiche vestimentario – filtrano sia la routine caotica sia la personalità multividuale: un neo-mainstream che è tanto legato al presente quanto generazionale. (Rosario Morabito, Vogue.it, 1° giugno 2017) • Nella tavola del 1333, l’Angelo, nell’atto di portare alla Vergine la notizia dell’Incarnazione, ancora frullante del suo volo, ha il mantello che fluttua nell’aria, rivelando la sua fodera rutilante. È un tessuto a quadri. Isabella Ducrot, la squisita artista che lavora con le stoffe antiche, ne è stata colpita fino alla commozione, in una giovanile visita agli Uffizi, e ora pubblica un saggio incantevole su quell’emozione, su cui nel corso del tempo ha molto riflettuto (La stoffa a quadri, da Quodlibet, pp. 92, euro 14). Aveva notato subito «con sorpresa» che tessuti a quadri, nelle rappresentazioni classiche della pittura occidentale – tranne qualche eccezione – erano assenti. Gianfranco Contini, il sommo filologo, anche lui colpito dai “rovesci” del corredo vestimentario dell’Angelo, non si sofferma a spiegarselo, ma vorrebbe rubarli [...]. (Daria Galateria, Repubblica.it, 28 gennaio 2019, Venerdì).
Derivato dal s. m. vestimento con l’aggiunta del suffisso -ario.
Zing 2022 data al 1856 la prima attestazione scritta dell’agg. Si parla però di «lusso vestimentario» a p. 11 dell’ed. del 1833 del volume Saggio sui rumford popolari proposti a uso domestico dal D.re Nicolò Della Torre (Chiavari, Dalla stamperia provinciale).