vessillo
s. m. [dal lat. vexillum, dim. di velum «velo» (le due forme presuppongono una base comune *wek-slo-)]. – 1. a. Nell’esercito di Roma antica, quadrato di stoffa, ordinariamente di colore rosso, attaccato in cima a un’asta per mezzo di una sbarra trasversale. Il vessillo era originariamente l’insegna della cavalleria legionaria e, nell’età repubblicana, contraddistingueva la tenda del comandante (praetorium); poi, sotto l’Impero, fu talvolta proprio delle alae, divenendo anche insegna e denominazione dei reparti di veterani trattenuti in servizio (vexillum veteranorum: cfr. anche. vessillario), oltre che sinon. di vessillazione. b. estens. Bandiera o stendardo militare, e bandiera in genere: Non fu nostra intenzion ... che le chiavi che mi fuor concesse, Divenisser signaculo in vessillo Che contra battezzati combattesse (Dante); Vedi appresso spiegar l’alto vessillo Co ’l diadema di Piero e con le chiavi (T. Tasso); Quinci spunta per l’aria un vessillo; Quindi un altro s’avanza spiegato (Manzoni). Anche con alcuni usi fig. di bandiera, nel sign. di insegna, simbolo, emblema: tenere alto il v. di ..., fare onore a ...; innalzare il v. della libertà, farlo trionfare, ecc. 2. In zoologia, la parte espansa della penna degli uccelli, costituita dalle barbe che si dipartono dalla rachide, e sono munite di barbule e di barbicelle; propriamente si chiama v. o pogonio ciascuna delle due parti che si trova a destra o a sinistra della rachide. 3. In botanica, il petalo superiore della corolla papiglionacea, di solito ampio ed eretto.