vespaio
vespàio s. m. [der. di vespa]. – 1. Nido delle colonie di vespe, che può avere varie forme e diversa costituzione, a seconda delle specie di vespe, generalmente formato da uno o più favi di cellette esagonali, spesso racchiusi in un involucro comune, non di rado costruito in luoghi riparati dalla pioggia: v. costruiti nel terreno, in gallerie, in tronchi d’albero; inciampare in un v., andare a cadere su un v.; metteva un certo rombo continuo, che pareva un v. (Leopardi); com. le frasi fig. stuzzicare il v., eccitare il risentimento di persone irritabili o provocare malumori, pettegolezzi e discussioni, polemiche: di che si andava impacciando ora egli? che vespaio gli veniva in mente di stuzzicare? (Serao); e suscitare, sollevare un v., provocare pettegolezzi, diatribe, complicazioni, malumori, risentimenti. 2. In patologia, sinon. di favo. 3. a. Nelle costruzioni edilizie, sistema di isolamento del piano terreno (o dello scantinato) di un edificio dall’umidità del suolo, che può realizzarsi in varî modi, tutti basati sul principio della circolazione dell’aria al disotto del pavimento: collocando, nei tipi più semplici, uno strato di scapoli di pietra, assestati in modo da lasciare dei vuoti tra pezzo e pezzo, e gettando sopra un massetto di cemento che costituisce il sottofondo del pavimento; o, per ambienti che necessitano di un migliore isolamento (quali, per es., le abitazioni), mediante una serie di muretti poggiati su uno strato di calcestruzzo o isolati dal terreno con asfalto e sostenenti una copertura a voltine o, più comunem., un tavellonato sul quale si costruisce il pavimento del locale sovrastante in modo da creare dei piccoli vani in cui il passaggio dell’aria è assicurato da aperture lasciate nei muretti e da un canale di ventilazione che li collega all’esterno. b. In agraria, manufatto che serve per il drenaggio di terreni impermeabili, costituito da uno scavo a forma di trincea riempita in basso di ciottoli e fascine e superiormente colmata con terreno naturale.