vernacolo
vernàcolo s. m. e agg. [dal lat. vernacŭlus, agg., «domestico, familiare», der. di verna (v.)]. – 1. s. m. Parlata caratteristica di un centro o di una zona limitata. Si contrappone a lingua ed è distinto da dialetto, rispetto al quale è più popolare e locale (un po’ come in francese patois si contrappone a langue e si differenzia da dialecte), ed è usato più spesso, per ragioni storiche, con riferimento alla situazione toscana o dell’Italia centrale: i v. toscani, umbri, laziali; il teatro in v. fiorentino; una ninna nanna in v. senese; «noi si va» per «noi andiamo» è un uso tipico del v. toscano; letteratura, narrativa, commedie, e parlare, recitare, scrivere in vernacolo; un linguaggio mescuglio di tutti i v., lardellato di qualche grecismo (C. Gozzi). 2. agg. a. ant. Nativo, paesano: modi v., una spontaneità vernacola. b. Proprio del vernacolo, dei vernacoli: espressioni, forme, parole v.; modi di dire v.; in vernacolo: la letteratura v. fiorentina; teatro v., narrativa vernacola.