verismo
s. m. [der. di vero]. – 1. Tendenza e corrente letteraria italiana dell’ultimo Ottocento e del primo Novecento caratterizzata, nella tematica, dalla rigorosa rispondenza alla realtà effettiva delle situazioni e dei fatti, degli ambienti e dei personaggi (privilegiando gli ambienti regionali e gli strati piccolo-borghesi), e nello stile e nel linguaggio dall’aderenza al sentire e al parlare dei soggetti rappresentati e del loro ambiente: i rapporti tra il v. e il naturalismo francese, tra v. e realismo. Tra i maggiori rappresentanti, nella narrativa, G. Verga, L. Capuana, F. De Roberto, G. Deledda, R. Fucini, e nella poesia V. Betteloni e S. Di Giacomo. Per analogia, il termine è stato esteso alla corrente pittorica italiana delle arti figurative dello stesso periodo, caratterizzata da una tematica e da una tecnica stilistica analoga, i cui maggiori esponenti sono stati, oltre i macchiaioli, G. Gigante e i pittori della scuola di Posillipo, G. Vela, T. Patini, F. P. Michetti. In musica, il termine è stato assunto a indicare la tendenza dell’opera lirica degli ultimi decennî del 19° secolo ad affrontare temi tipici del verismo letterario, come episodî di cronaca, vicende drammatiche di ambientazione contadina o proletaria, ecc.; le opere più rappresentative del verismo musicale furono i «Pagliacci» di R. Leoncavallo e la «Cavalleria rusticana» di P. Mascagni. 2. Sinon. meno com. e meno proprio di realismo, in riferimento a opere soprattutto teatrali, cinematografiche e televisive: un dramma, un film, uno sceneggiato, un documentario, un episodio, improntato a v., di un crudo verismo.