vergogna /ver'goɲa/ s. f. [lat. verecundia "ritegno"]. - 1. a. [turbamento e disagio che si prova per un comportamento sentito come sconveniente, riprovevole, ecc., anche con le prep. di, per: provare v. (per una colpa, di un peccato)] ≈ ‖ mortificazione (per), pentimento (per), rossore (per). b. [senso dell'inopportunità, coscienza dell'immoralità di un'azione, di un comportamento: essere senza v.; non avere v.] ≈ pudore, riguardo, ritegno, (lett.) verecondia. ↔ sfacciataggine, sfrontatezza, spudoratezza, svergognatezza. 2. [senso di impaccio provocato da timidezza o ritrosia nel fare o nel chiedere qualcosa, con la prep. di: avere v. di parlare in pubblico; non bisogna avere v. di chiedere ciò a cui si ha diritto] ≈ disagio, imbarazzo, paura, remora, ritegno, timore. 3. a. [perdita del buon nome, della reputazione in seguito ad azioni disonorevoli, anche con la prep. di: ho avuto la v. di essere cacciato dal circolo; che v.!] ≈ (lett.) disdoro, disonore, ignominia, infamia, onta, scorno, (lett.) vituperio. b. (estens.) [persona che è motivo di discredito e sim.: essere la v. della famiglia] ≈ (lett.) disdoro, disonore, macchia, (fam.) pecora nera, scandalo. ↑ abominio, (non com.) vituperio. ↔ fiore all'occhiello, gloria, (lett.) lustro, onore, orgoglio, vanto. 4. (eufem., pop.) [al plur., le parti genitali] ≈ genitali, (eufem.) intimità, (eufem.) parti intime, (lett.) pudende.