venerdi
venerdì s. m. [lat. Venĕris dies «giorno di Venere»]. – Quinto giorno della settimana, il cui nome deriva, per antiche credenze astrologiche, da quello del pianeta Venere, che si pensava ne «governasse» la prima ora: partirò, ritornerò v. prossimo; il v. l’ufficio è aperto al pubblico solo al mattino; è un programma che va in onda ogni v., o tutti i v.; il v., per i musulmani, è il giorno festivo della settimana. Per la Chiesa cattolica è giorno di penitenza, in cui tradizionalmente era prescritta ai fedeli l’astinenza dalle carni, prescrizione non più obbligatoria dal 1966, fatta eccezione per i venerdì di quaresima; primo v. del mese, giorno particolarmente dedicato dalla Chiesa alla devozione del Sacro Cuore di Gesù; v. santo, il venerdì della settimana santa, in cui si ricorda la passione e morte di Gesù, giorno di penitenza per la Chiesa e di astinenza e digiuno per i fedeli. Allude sia a questi valori di penitenza e di mortificazione connessi col venerdì, sia alle credenze popolari che considerano questo un giorno di malaugurio, il prov. chi ride di v. piange di domenica. Com. l’espressione gli manca qualche v. o non ha tutti i v. (meno com. giovedì), di persona che non è perfettamente in senno, strana e bizzarra.