veletta2
velétta2 s. f. [forse dallo spagn. vela «sentinella; lo stare di sentinella»; i sign. di «piccola vela in cima all’albero principale della nave, sopra la gabbia» e di «albero munito di piccola vela», attestati da alcuni lessici come il Tommaseo e il Gherardini, non risultano essere appartenuti al linguaggio marin.]. – Sinon. letter. di vedetta, per indicare luogo elevato in terra o su nave, da dove potere opportunamente osservare lontano e stare in guardia contro eventuali pericoli; soprattutto usato nelle espressioni essere, stare alla v. o alle v., salire alla v., anche nel sign. generico di fare la guardia in luogo elevato, stare in osservazione: E stanno alla v. per vedere Qualunque uscissi fuor della cittade (Pulci); Un ch’era alla v. in su la ròcca, De l’armata d’Alcina si fu accorto (Ariosto); era Miseno in alto A la v. asceso (Caro); Più agile che mozzo alla v. (D’Annunzio). Non com. per indicare la sentinella stessa: Né pone guardie né veletta in gabbia, Che di ciò che si scuopre avisar abbia (Ariosto); v. anche velettare. In senso fig., stare alle v., stare sull’avviso: già fin dal primo momento, le due anziane stavano alle v., se mai venisse l’occasione d’entrar nel discorso essenziale (Manzoni).