velatura1
velatura1 s. f. [der. di velare2]. – 1. a. L’azione e l’operazione di velare, il fatto di venire velato, soprattutto nel sign. estens. di stendere o spargere su una superficie un leggero strato di una sostanza che ne nasconda solo parzialmente l’aspetto formandovi sopra come un velo: dare una v. di colore alla parete, di vernice all’uscio; fare la v. a una torta. b. In partic., nella tecnica pittorica, l’operazione e il procedimento di velare un dipinto: la maestria nella v. degli antichi pittori veneti (v. più avanti al n. 2); nella tecnica dell’incisione ad acquaforte, l’operazione con cui, prima di ogni tiratura, si sfumano le lastre. Nella tecnica del restauro e della conservazione di antichi manoscritti, v. di rinforzo, l’operazione con la quale le carte manoscritte vengono rinforzate con veli di seta trasparente, oggi per lo più sostituiti da fogli di carta giapponese, applicati sopra con gelatina addizionata di cloruro di sodio e cloruro mercurico. 2. Con senso concr., il modo con cui viene effettuata e risulta l’operazione di velare, e il leggero strato stesso steso sulla superficie: una v. perfetta, troppo forte; una torta con una v. di zucchero vanigliato; aveva sul viso una leggera v. di cipria. Nella tecnica pittorica, il sottile strato di colore che il pittore distende sul dipinto ben secco, sia per intonarlo meglio, sia per addolcire il modellato, sia per modificare la forza di un tono; l’uso della velatura non è un ripiego, bensì un preordinato artificio, di cui si valsero soprattutto gli antichi pittori veneti. 3. fig. Lieve velo, offuscamento, opacità, mancanza di limpidezza e vivacità: questo vino ha preso una leggera v.; le v. di malinconia del suo sorriso, ... dipendevano da quella sua situazione intima (Jovine). In fotografia, sinon. di velo1, n. 2 d.