vece
véce s. f. [lat. vĭcis, genit. (accus. vĭcem, abl. vĭce; non è documentato il nomin.), «vicenda, cambio, sorte»]. – 1. ant. o poet. Vicenda, mutazione, avvicendamento: I miserandi avanzi che Natura Con veci eterne a sensi altri destina (Foscolo); Nasce dal male il ben con vece alterna, Dal bene il male (Giusti). In qualche uso region. (per es., Abruzzo), sono dette colture a vece le colture a rotazione, in cui si ha cioè l’avvicendamento annuale del frumento col maggese. 2. Nel plur.: a. Funzione, incarico o compito assunti ed esercitati al posto di chi ne è il titolare, o di colui a cui spetta normalmente esercitarli, nelle espressioni fare, sostenere le veci di qualcuno: occorre la firma del padre o di chi ne fa le veci; faccio io ora le v. di sindaco; mi pare poco adatto a sostenere lui le v. del capufficio; con agg. possessivi: durante la mia assenza, ti prego di fare tu le mie veci. b. letter. Ciò che a ciascuno spetta di fare, compito, incarico: [Ulisse] divisò le veci Sì, che parte il tenemmo in terra saldo, Parte, con un gran palo al foco aguzzo, Sopra gli fummo (Caro); Risoluti s’accordano costoro, E si partiscon l’opere e le v. (Giusti). 3. Molto com. la locuz. prep. in vece di, in luogo, al posto di, accennando a persona o cosa che svolga una determinata funzione in sostituzione di un’altra. Con quest’uso è più frequente la grafia unita, quando segue un nome, un pronome o un verbo: invece del direttore mi ha ricevuto un caporeparto; per errore, ha preso una medicina invece di un’altra; vai a lavorare, invece di dar noia alla gente (v. invece). Si usa la grafia divisa quando si ha un agg. possessivo o il dimostrativo quella concordato con vece; in tal caso, il dimostrativo quella (sempre) e l’agg. possessivo (qualche volta) si inseriscono tra la prep. in e il nome: ci puoi andare tu in vece mia o in mia vece, al posto mio, invece di me; questi lasciò il diavolo in sua vece Nel corpo suo (Dante); meno comune con i possessivi delle tre persone plurali (in nostra, in vostra vece, in vece loro, per invece di noi, di voi, di loro); in quella vece, invece di ciò, al posto della cosa di cui si parla: e se veder fummo non lascia [= se il fumo non ci consente di vederci], L’udir ci terrà giunti in quella vece (Dante). 4. Nell’uso ant., in vece di, in sembianza, in forma di: lo Spirito Santo in vece di colomba.