vanessa
vanéssa s. f. [lat. scient. Vanessa, nome attribuito a questi insetti dall’entomologo danese (sec. 18°) J. Ch. Fabricius, che adottò il nome proprio femm. inventato dallo scrittore irl. J. Swift per la protagonista del poemetto autobiografico (1712) Cadenus and Vanessa, parziale anagramma di quello effettivo della propria amante Esther Vanhomrigh (così come Cadenus era anagramma di Decanus, cioè l’autore stesso, decano della cattedrale di S. Patrizio a Dublino)]. – In zoologia, nome di varie specie d’insetti lepidotteri della famiglia ninfalidi: sono tra le farfalle più vistose e più note dei nostri climi, caratterizzate da antenne clavate, corpo peloso, ali con margini angolosi o frastagliati, e ornate di vivacissimi colori sulla faccia superiore; le larve vivono a spese di varie piante, anche coltivate, e arrecano non raramente danni sensibili (Vanessa cardui ai cardi e ai carciofi, Vanessa urticae e Vanessa io a canapa, luppolo e ortica; Vanessa polychloros e Vanessa antiopa agli alberi fruttiferi, ecc.). Sono famose le imponenti migrazioni che la specie v. del cardo (lat. scient. Vanessa cardui), diffusa in tutto il mondo, compie spesso in masse innumerevoli che attraversano a volo il Mediterraneo e l’Europa intera, sorvolando le Alpi.