valzer
vàlzer s. m. [dal ted. Walzer, der. di walzen «strisciare», propr. «ballo che si fa quasi strisciando i piedi, anziché saltellando»; in Italia, nell’Ottocento, la voce ted. fu anche adattata in walser e in vàlzero; altre varianti del sec. 19° erano waltz e valz, da cui furono anche influenzate le sporadiche forme waltzer e valtzer]. – 1. a. Danza di ritmo ternario e di andamento variabile (dall’allegro, al moderato, al lento), fra le più conosciute e famose in Europa, che si balla in coppia: ballare un v.; fare un giro di v.; il v. viennese. Nato in Austria e nella Germania merid. nella seconda metà del sec. 18°, sviluppatosi da preesistenti danze tedesche come il Ländler o la Deutscher Tanz, si diffuse rapidamente in tutta Europa a partire dalla fine del ’700 (introdotto in Francia da Maria Antonietta), offrendo motivo di entusiasmo (e al tempo stesso di scandalo) per il fatto che si trattava della prima danza in cui i ballerini si stringevano in un abbraccio; nell’800 si identifica soprattutto con il v. viennese, reso celebre, tra gli altri, dai due Johann Strauss (padre e figlio). In seguito, tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 si svilupparono altri tipi di valzer: il v. lento o inglese o hesitation (di andamento molto lento), uno dei quattro balli obbligatorî dei campionati ufficiali, e, in America, il v. Boston, di andamento moderato. b. In senso fig., riferito talora a situazioni in cui gli avvenimenti e le opinioni o gli atteggiamenti delle persone subiscono rapidi e continui scambî: il v. delle accuse e delle smentite. Sempre in senso fig., giro di v., nel linguaggio polit., deviazione dal tradizionale o normale indirizzo seguito da uno stato in politica estera e, per estens., da una formazione politica in politica interna; è, in origine, la traduz. dell’espressione extratour (coniata col fr. tour «giro»: propr. «giro straordinario») inserita dal cancelliere tedesco B. von Bülow in un discorso al Reichstag l’8 genn. 1902, nel quale, riferendosi alla visita fatta da Vittorio Emanuele III al presidente della Repubblica francese, disse che, in un matrimonio felice, un marito non deve prendersela «se la moglie una volta tanto balla con un altro un innocente extratour». 2. a. Musica, composizione musicale per la danza del valzer: comporre, suonare un v.; i v. di Strauss, un v. di Lehàr. b. Musica «pura», composta cioè ed eseguita indipendentemente dalla destinazione per danza, caratterizzata da un andamento simile (anche se più stilizzato) a quello del valzer per danza, cui si dedicarono molti compositori del 19° e del 20° sec.: i v. di Chopin, di Brahms, di Ravel. ◆ Dim. valzerino.