usato
uṡato agg. e s. m. [part. pass. di usare]. – 1. agg. a. Con valore passivo, di oggetto non più nuovo, ma adoperato e in stato di conservazione più o meno buono: le bancarelle che vendono indumenti u.; acquisto di libri u.; commercio di mobilia u.; ho comprato un’automobile usata. b. letter. Con valore intr., abituato, avvezzo: gente u. alle armi, ai pericoli; consueto, solito: Tempo verrà ancor forse Ch’a l’u. soggiorno Torni la fera bella e mansüeta (Petrarca); Venire a’ sacri altar ne’ vostri tempî Fra l’altre donne con l’u. pompe (Poliziano); in ogni lato Risorge il romorio Torna il lavoro u. (Leopardi). In unione col verbo essere, come predicato, essere u., essere solito: recandosi tutti gli uomini, secondo che essi saranno usati di dire, in una sola nazione e patria (Leopardi). 2. s. m. a. non com. Con valore neutro, il solito, l’ordinario: si comportò, secondo l’usato, in modo correttissimo; cose fuori dell’usato; l’affocato riso de la stella, Che mi parea più roggio che l’usato (Dante). b. Con valore collettivo, nel linguaggio comm., cose usate, spec. con riferimento ad autovetture: il mercato dell’u., i prezzi dell’usato.