urtare
v. tr. e intr. [dal provenz. ant. urtar, che è prob. un der. del franco *hurt «ariete»]. – 1. tr. a. Sbattere casualmente e con una certa violenza contro qualcuno o qualcosa: u. qualcuno passando, correndo; u. qualcuno con una valigia; u. con la moto un pedone; mi ha urtato in una gamba (o una gamba); facendo marcia indietro, ho urtato un’altra macchina; battere, mandare a sbattere incidentalmente: u. il capo nel muro; ant., con valore causativo: Gli urta il cavallo adosso (T. Tasso). Nel rifl. reciproco, urtarsi, scontrarsi, battere l’uno contro l’altro: nell’indietreggiare ci urtammo malamente. b. fig. U. i nervi, irritare: tutto questo chiasso mi urta i nervi. Assol., irritare con parole o atti provocanti o comunque non graditi: con tutte quelle sue moine mi urta; insisté tanto che finì per urtarlo. Nell’intr. pron.: perché ti sei urtato?; sta attento che non si urti, che non si irriti; nel rifl. reciproco, venire a contrasto, inimicarsi: si urtarono per una questione d’interesse; non erano ... ancora venuti alle armi, ma solamente ne’ magistrati e ne’ Consigli si urtavano (Machiavelli). 2. intr. (aus. avere) Sbattere con violenza; dar contro; cozzare: la barca urtò in uno scoglio; urtai contro un muro; l’automobile uscì di strada e andò a u. contro un albero; fig.: u. in una difficoltà, in un ostacolo; in partic., essere in contrasto: mi pare che la tua conclusione urti con le premesse. ◆ Part. pres. urtante, frequente come agg., irritante, provocante: un modo di fare, un comportamento urtante; parole urtanti; e anche come s. m., con due accezioni partic. (v. la voce). ◆ Part. pass. urtato, anche come agg., spec. in senso fig.: l’ho trovato molto urtato per il tuo comportamento; sono davvero urtato, irritato, stizzito.