universita
università s. f. [dal lat. universĭtas -atis, propr. «totalità, universalità», der. di universus (v. universo1); dal sign. mediev. di «corporazione, insieme di persone associate» derivò il sign. 2, dopo che a Bologna, nell’ultimo quarto del sec. 12°, la parola fu applicata alla corporazione degli scolari]. – 1. ant. a. Universalità, sia come l’insieme delle cose create, sia come totalità delle persone o delle cose di un luogo o ambiente determinato: l’u. dei cattolici, l’u. dei cittadini; i svizzeri ... si preparavano per scendere nel ducato di Milano; dissimulando che questo movimento procedesse dalla u. de’ cantoni (Guicciardini); quando bene egli avesse voluto in mille doppi aumentare gli spazi e i diletti della terra, e l’u. delle cose (Leopardi). b. Nome generico di varie forme di corporazione o associazione medievali: l’u. dei mercanti, dei tintori, dei cocchieri, ecc.; perché ogni città è divisa in arte o in tribù, [un principe] debbe tenere conto di quelle u. (Machiavelli). Questo ant. sign. si conserva oggi nelle cosiddette u. agrarie, forme associative (variamente denominate: comunanze, partecipanze, associazioni agrarie), per il promiscuo godimento di terre: tuttora esistenti in varie regioni d’Italia, rappresentano vestigia di un’epoca passata in cui hanno avuto una importante funzione e costituiscono il residuo storico di antiche forme di proprietà collettiva. 2. a. Istituzione e struttura didattica e scientifica di ordine superiore, pubblica o privata, articolata in facoltà, corsi di laurea, dipartimenti e istituti, e in scuole speciali, che ha il compito di rilasciare titoli accademici e professionali giuridicamente riconosciuti (attualmente, dopo la riforma del 1999, laurea di primo livello, laurea specialistica di secondo livello, diploma di specializzazione, dottorato di ricerca) a chi conclude positivamente i varî corsi: l’u. italiana, le grandi u. europee, e l’u. di Bologna, di Amburgo; con riferimento al personale e agli studenti, alle sedi e alle strutture: far parte dell’u.; insegnare o studiare all’u.; le u. statali e private di Milano, di Roma; andare, recarsi all’università. b. U. popolari, sorte per diffondere tra gli strati economico-sociali che non sono in grado di frequentare le università normali una cultura e una formazione di livello universitario, con lezioni, corsi di conferenze, ecc., o per fornire un insegnamento inteso al perfezionamento di professioni e attività pratiche varie (lingue, computisteria, stenografia, tecnica aziendale, ecc.); alcune sono rivolte specificamente alle persone anziane (u. della terza età).