uggia
ùggia s. f. [prob. lat. *ūdia «umidità, frescura», der. di udus «umido»] (pl. -ge). – 1. non com. Ombra, mancanza di luce e di sole nociva alla vegetazione: sediamoci là dove fanno u. quei rami; piante che crescono anche all’uggia. 2. fig. Noia, tedio, sensazione di fastidio e di irrequietezza: questo tempo fa venir l’u., mette l’u. addosso; il genitore smaltiva l’u. al caffè (Verga); venire in u., a noia: il finto, il falso, mi veniva ogni giorno più in u. (D’Azeglio); fastidio, molestia: questo continuo rumore mi dà u.; prendere, avere in u. qualcuno, prendere, avere antipatia per lui, avversarlo; essere in u. a qualcuno, essergli antipatico. ◆ Dim. uggerèlla (o uggiarèlla), uggiolina, insistente sensazione fisica di molestia; com. spec. la locuz. scherz. sentire una certa uggiolina allo stomaco, avere un po’ di fame: Pinocchio ... sentì un’uggiolina allo stomaco, che somigliava moltissimo all’appetito (Collodi).