uditore
uditóre s. m. [dal lat. auditor -oris (v. auditore), der. di audire, rifatto secondo udire]. – 1. (f. -trice) ant. o raro. a. Chi ode; chi percepisce suoni con l’orecchio. b. Chi ascolta, chi presta ascolto alle parole di qualcuno, usato soprattutto al plur. in riferimento alle persone che assistono a un discorso, a una conferenza, ecc. (sinon. meno com. di ascoltatore): l’oratore si rivolgeva spesso agli u. con interrogazioni retoriche. 2. (f. -trice) Denominazione con la quale si qualifica chi, senza essere iscritto, è ammesso a frequentare le lezioni di un’università o di una scuola, senza tuttavia avere diritto a sostenere esami e a conseguire un diploma alla fine dei corsi. 3. Qualifica di alcuni magistrati civili ed ecclesiastici: a. U. giudiziario, magistrato ordinario della qualifica e del grado iniziale: deve compiere un periodo di tirocinio in sedi e in uffici che vengono stabiliti dal Consiglio superiore della magistratura. b. Nei tribunali ecclesiastici, il chierico o il laico cui è affidata l’istruzione, ma non la definizione, di una causa o di una parte di essa (e per questo chiamato anche giudice istruttore o istruttore degli atti, in lat. actorum instructor), nominato dall’ordinario per esercitare questa funzione sia stabilmente, sia limitatamente a una determinata causa. c. U. di Rota, giudice che fa parte della Sacra Romana Rota. 4. ant. Persona incaricata dal principe di conferire e trattare con gli ambasciatori per poi riferirgli l’argomento dei loro colloquî.