udire2
udire2 v. tr. [lat. audire] (indic. pres. òdo, òdi, òde, udiamo, udite, òdono; in tutta la coniugazione del verbo, la vocale tematica è o quando su di essa cade l’accento, u fuori d’accento; fut. udirò o udrò, ecc.; condiz. udirèi o udrèi, ecc.). – 1. Percepire distintamente suoni o rumori, con l’organo dell’udito (nell’uso parlato questo verbo è per lo più sostituito dal verbo sentire): u. un colpo, un lamento, un canto, una voce in lontananza; si udirono degli spari; mi è parso di u. la voce di mio padre; non s’ode un fiato e non si vede muovere un’anima (Leopardi); seguito da un infinito: lo udimmo cantare; fu udita ridere; Or s’ode ... Crosciare L’argentea pioggia (D’Annunzio). In partic., venire a conoscere, a sapere per mezzo di informazioni comunicate a voce: li fratelli, udendo l’animo di lei ... (Boccaccio), le sue intenzioni; avete udito la novità?; ho udito da mio cugino che partirai tra poco; hai udito le ultime notizie trasmesse dalla radio?; più genericam., sentir dire, conoscere per sentito dire: avevo udito che stava per sposarsi. Non com., prestare attenzione alle parole di uno, ascoltare: u. una predica, un discorso; l’ho udito recitare nell’«Amleto»; udir la messa, o semplicem. udir messa, assistere alla messa: ... che egli ogni mattina dovesse u. una messa in Santa Croce (Boccaccio); nella lingua letter. o di tono sostenuto, anche come imperativo: odi ciò che sto per dirti (comunem. ascolta); tu volgi intanto A’ miei versi l’orecchio, et odi or quale Cura al mattin tu debbi aver di lei (Parini); poet., stare in ascolto: stupefatto Perde le reti il pescatore ed ode (Foscolo). 2. estens., non com. a. Dare ascolto a preghiere, consigli, comandi, ecc., e mostrare con il modo di agire e di comportarsi di averli accolti: Dio ode le preghiere dei deboli, le esaudisce; è un ragazzo che non vuole u. rimproveri; i soldati ... non udivano l’imperio de’ capitani (Guicciardini). b. Intendere, capire: se ho ben udito, vuoi andartene di casa. 3. ant. Udire qualcuno o da qualcuno, assistere alle sue lezioni come alunno (cfr. il lat. audire aliquem, essere alunno di qualcuno): e io scrittore, essendo con certi scolari che udiano da messer Agnolo da Perogia, dissi ... (Sacchetti). ◆ Part. pres. udènte o, meno com., udiènte: un essere animato, udente e veggente; forma rara o ant., è utilizzata soprattutto nella locuz. eufemistica non udente, con valore di agg. e sost., per sordo o sordomuto: teletrasmissioni per non udenti. ◆ Part. pass. udito, sempre con funzione verbale, anche quando non è unito all’ausiliare, sia in costruzioni assolute: udito ciò, tutti si rallegrarono; sia con valore di proposizione relativa: il racconto udito, le parole udite.