trottare
v. intr. [dal germ. trottōn] (io tròtto, ecc.; aus. avere). – 1. Di cavallo, andare di trotto: feci t. il cavallo fino alla villa. Per estens., riferito al cavaliere: ho trottato per tre buoni chilometri. 2. fig. Di persona, camminare a passi rapidi e saltellando, andare di buon passo, correre; talora scherz., o iron. o spreg.: gli trottava dietro come un cagnolino; lo farò t. io!; il bisognino fa trottar la vecchia (prov.), la necessità costringe a muoversi e ad agire anche chi è per natura pigro e lento; gnuna cosa fa t., quanto la paura (Sacchetti). Ma anche in tono obiettivo: come l’uom che di t. è lasso, Lascia andar li compagni, e sì passeggia Fin che si sfoghi l’affollar del casso (Dante); sospinto dalla freddura, trottando si dirizzò verso Castel Guiglielmo (Boccaccio); Renzo prende in fretta dall’altra parte, e, rasentando il muro, trotta innanzi verso il ponte (Manzoni). Per estens., fam., operare in modo più svelto del consueto, spec. con riferimento al ritmo del lavoro, di un’attività: finora vi ho lasciato fare il vostro comodo, ragazzi, ma ora bisogna cominciare a trottare!