trefolo
tréfolo s. m. [lat. trĭfĭdus «diviso in tre», comp. di tri- «tre» e tema fid- di findĕre «fendere, dividere»]. – 1. Nella fabbricazione di cordami metallici, la formazione più semplice, a sezione circolare, di una fune o di un cavo d’acciaio (t. o fune o cavo spiroidale), costituito da diversi fili sovrapposti ed avvolti uniformemente a spirale su un’anima centrale. In partic., nel processo di formazione di cordami di marina in fibra vegetale o sintetica, elemento di base (detto anche filaccia) che, formato dall’insieme di più fili o strisce, avvolto a spirale con torsione contraria a quella dei fili stessi, costituisce, con la commettitura (v.) di altri trefoli, il legnolo (l’insieme di più legnoli origina una cima o un cavo). Nell’uso merceologico, invece, il termine è usato come sinon. di legnolo, spec. nelle corde semplici di uso comune (formate in genere da due a sei trefoli). 2. Negli impianti di laminatoi, ciascuna delle due parti estreme di un cilindro, provviste di apposite scanalature longitudinali, in modo da poter accoppiare il cilindro, per il tramite di manicotti e di un pezzo speciale detto allunga, a un altro cilindro di gabbia contigua.