tre
〈tré〉 agg. num. card. [lat. trēs], invar. (radd. sint.). – 1. a. Il numero intero che, nella successione dei numeri naturali, segue immediatamente al due, e il segno che lo rappresenta (in cifre arabe 3, in numeri romani III): tre litri, tre metri, tre giorni, tre anni; ci sono stato tre volte; c’è andato con tre amici; le tre cantiche della Divina Commedia; commedia in tre atti; stanza con tre finestre; le tre persone della Ss. Trinità; le tre Grazie, le tre Parche; le tre Furie; i tre moschettieri; febbre o malattia dei tre giorni, altro nome, con riferimento alla sua durata media, della febbre da pappataci (v. pappataci); in denominazioni geografiche: Passo Tre Croci; Pizzo dei Tre Signori; le Tre Cime di Lavaredo. Riferito a un sostantivo precedente: ne prendo tre, dammene tre, ecc. Con ellissi del sost., o in senso assol.: tre più tre fa sei; moltiplicare per tre; si gioca in tre; siamo in tre; eravamo uno contro tre; mettersi in fila per tre; in frasi proverbiali: abbiamo fatto due, facciamo tre; non c’è due senza tre. b. Sostantivato al masch., il numero tre e il segno che lo rappresenta: il tre è ritenuto un numero perfetto e un numero sacro; scrivi un tre; è uscito il tre, al gioco del lotto e della tombola; all’interesse del tre per cento (3%); come voto scolastico: ha preso un tre in matematica; nelle carte da gioco: il tre di bastoni, il tre di picche; e sottintendendo un altro sostantivo (giorno, anno, ecc.): la partenza è stata rimandata al tre del mese (cioè al giorno 3); ai tre del mese (ad ogni terzo giorno del mese); essere del tre (cioè nato nell’anno 2003, 1903, ecc.); Nel pattinaggio su ghiaccio, si dà il nome di tre a una delle figure obbligatorie di scuola, che segue un tracciato somigliante a un 3 e può essere eseguita con cinque variazioni. In partic., in matematica, regola del t. semplice, regola del t. composto, regole che consentono, date due grandezze direttamente o inversamente proporzionali, di trovare i valori di una grandezza corrispondenti a valori noti dell’altra: per es. (regola del tre semplice), se 6 fogli di carta pesano 25 g, è facile stabilire quanti fogli contiene un pacco che pesa 1 kg: dalla proporzione 6:x = 25:1000 si ricava che x = (6· 1000): 25 = 240. c. Sostantivato al femm. plur., s’intende sempre alludere all’ora: le tre del pomeriggio, le tre di notte; ho mangiato alle tre, sono rientrato alle tre; prima delle tre, verso le tre, dopo le tre. d. Locuz. sostantivate: un tre alberi (v. trealberi); i tre anni, nell’ippica, i cavalli di tre anni. 2. Con valore approssimativo: due o tre, tre o quattro. Con valore indeterminato, volendo intendere pochi: non sa dire tre parole; non è capace di mettere insieme tre idee; o per significare molti, parecchi: pensaci tre volte prima di accettare; tre volte buono, nell’uso fam., minchione (buono sì, ma tre volte buono no!); prov., chi fa da sé fa per tre. 3. In numerali composti: ventitré, trentatré, ecc.; trecento, tremila (senza il raddoppiamento, che si ha invece in altri composti come treppiedi, tressette).