trastullo
s. m. [der. di trastullare]. – L’azione di trastullare, il fatto di trastullarsi; svago, divertimento, gioco, anche nel sign. più concr., cioè oggetto con cui ci si trastulla: Fra gli utili trastulli De’ vezzosi fanciulli (Parini); Era il tramonto: ai garruli trastulli Erano intenti, nella pace d’oro Dell’ombroso viale, i due fanciulli (Pascoli); un’occupazione leggera che era quasi un t. per lui; dirigere quell’azienda, t’assicuro che non è un t.; un cucciolo graziosissimo, che è diventato il t. preferito dei bambini. In usi fig.: la bella donna, la quale lungamente trastullo della fortuna era stata (Boccaccio), quasi un giocattolo nelle mani della fortuna. Ant. o letter., con riferimento a piaceri non puerili, anche di natura spirituale: Del ben richiesto al vero e al trastullo (Dante), delle virtù che si richiedono nelle necessità e nei diletti della vita; e nel sign. di distrazione o consolazione: un sì gran dolore Non riceve conforto né trastullo (Ariosto). ◆ Dim. trastullétto, trastullino; in partic., nell’uso tosc., trastullini, semi di zucca tostati e salati (a Roma, bruscolini).