trascinare
v. tr. [lat. *traginare, der. di trahĕre «trarre»: v. trainare]. – 1. a. Tirarsi dietro qualche cosa, o anche animale o persona, facendoli strisciare sul suolo (è sinon., meno espressivo, di strascinare, non includendo di necessità l’idea della forza): t. un mobile, un sacco, una cassa; anche di persone: fu investito dall’autobus che lo trascinò sull’asfalto per un tratto di strada; nella caduta trascinò con sé anche il compagno, lo fece cadere con sé; t. i piedi, nell’uso fam., camminare strisciando i piedi, senza sollevarli da terra: aveva avuto una leggera paresi e trascinava la gamba destra. b. Per estens., far procedere, tirarsi dietro a forza persone o animali incapaci di camminare, o riluttanti: lo trascinarono fuori a fatica; il ladro fu trascinato fino al posto di polizia; su, cammina, non ti far trascinare!; t. un cane, un asino che non vuole andare avanti. c. In espressioni fig.: t. con sé, portare come conseguenza; trascinarsi dietro, portare con sé, acquistare alla propria causa; l’arte di t. le folle, di suscitare entusiastiche adesioni; anche assol.: una eloquenza che trascina, avvincente, seducente; non com., t. la vita, vivere stentatamente, a fatica, per malattia o per indigenza. 2. In informatica, spostare un elemento visualizzato sullo schermo del computer mediante il mouse o altro dispositivo. 3. Nell’intr. pron., strisciare faticosamente col corpo per terra: il ferito si trascinò fino all’uscio; in senso proprio e fig., trascinarsi nel fango; in senso fig., riferito a cosa, andare per le lunghe: una questione che si trascina da anni; una controversia che si trascina all’infinito. ◆ Part. pres. trascinante, anche come agg. (v.).