trapiantare
v. tr. [comp. di tra- e piantare: cfr. il lat. tardo transplantare (comp. di trans- e plantare «piantare»), da cui l’ant. e raro traspiantare]. – 1. a. In agraria, estrarre dal terreno l’apparato radicale di una pianta, con o senza il pane di terra, e collocare la pianta a dimora in un altro luogo: ho trapiantato il basilico in un vaso; è tempo di t. le camelie. Meno com., introdurre una pianta dal paese d’origine in altro paese, per farla attecchire e diffondersi: la patata è stata trapiantata in Europa dall’America centro-meridionale nella tarda metà del secolo 16°. b. fig. Trasferire da un luogo o da un ambiente a un altro; introdurre in un paese consuetudini, sistemi proprî di altri paesi: un’usanza trapiantata dall’America in Europa; trasferire in modo per lo più definitivo persone, famiglie, gruppi etnici dal paese originario in altre terre: la mancanza di lavoro l’aveva costretto a t. la propria famiglia in Germania; gruppi di esuli che gli eventi bellici hanno trapiantato in Australia; anche nell’intr. pron.: un ramo della famiglia si trapiantò in Francia. 2. a. In embriologia e morfologia sperimentale, trasferire un abbozzo dell’embrione o un organo o parte di organo dell’adulto in sede diversa dalla normale. b. In chirurgia, effettuare un trapianto d’organo: t. un cuore, un polmone; gli è stato trapiantato un rene; gli hanno trapiantato una cornea. ◆ Part. pass. trapiantato, anche come agg.: le piantine trapiantate hanno attecchito bene; e di persone: gli emigranti italiani trapiantati negli Stati Uniti. Con riferimento a trapianti chirurgici, si dice, oltre che dell’organo o tessuto che è stato impiantato, anche della persona che ha subito l’intervento di trapianto, soprattutto quando si tratti di organi importanti: un paziente trapiantato, e come sost., i trapiantati di cuore.