transuranico
transurànico agg. [comp. di trans- e uranio2] (pl. m. -ci). – Sono così denominati, in chimica, gli elementi che nel sistema periodico vengono dopo l’uranio, avendo numero atomico maggiore di 92; attualmente se ne conoscono 17, fino al numero atomico 109, per lo più scoperti, come isotopi, nel decadimento di nuclei instabili oppure in reazioni nucleari ad alta energia (in partic., avvenute in esplosioni nucleari o provocate per bombardamento con neutroni o in acceleratori di particelle): nettunio, plutonio, americio, curio, berkelio, californio, einsteinio, fermio, mendelevio, nobelio, laurenzio, rutherfordio, hahnio, seaborghio, nielsbohrio, hassio, meitnerio (i nomi degli elementi dal rutherfordio in poi, cioè dal numero atomico 104 al 109, sono usati correntemente ma ancora non sono stati adottati ufficialmente). Tutti i loro isotopi sono instabili e caratterizzati da una vita media di disintegrazione radioattiva nella maggior parte dei casi molto breve, per cui in natura sono assenti o presenti solo in tracce; alcuni di essi (per es., del plutonio, americio, californio, curio) hanno trovato impiego pratico in diversi campi, spec. come generatori di potenza a bordo di satelliti, per sistemi radiografici, ecc.