transigere
transìgere v. tr. [dal lat. transigĕre, comp. di trans- «trans-» e agĕre «spingere»; propr. «cacciare attraverso», da cui varî significati tra i quali «finirla», «venire a un accomodamento»] (io transigo, tu transigi, ecc.; pass. rem. transigéi o transigètti, poco com.; part. pass. transatto). – In diritto civile e amministrativo, venire a una transazione (v. transazione, n. 1 a): t. una lite; la vertenza è stata transatta; più spesso usato assol., con riferimento alle due parti o a una di esse: finiranno col t.; ti converrà di t. su questo punto. Nel linguaggio com., con valore estens. o fig., e con uso assol. o intr., venire a un accomodamento, cedere su qualche punto: sembra disposto a t. con i suoi avversarî politici; sulla disciplina non transigo; in fatto di onestà non transige; anche per indicare un generico atteggiamento morale: non transigo con la mia coscienza. ◆ Part. pres. transigènte, anche come agg., disposto a transigere, cedevole, arrendevole (cfr. il contrario intransigente). ◆ Part. pass. transatto, con uso verbale e anche come sost. (v. la voce).