trans-
[dal lat. trans, trans- «al di là, attraverso»; v. tra- e tras-]. – Prefisso che indica passaggio oltre un termine, attraversamento, mutamento da una condizione a un’altra, ecc.; in parole del linguaggio comune è ant., sostituito sempre nell’uso moderno da tras- (v.): transportare (= trasportare); transformare (= trasformare), ecc.; si conserva in alcune parole del linguaggio dotto, scient. o tecn., derivate dal lat., il cui secondo elemento comincia per vocale: transazione, transigere, trànsito, transizione, ecc. Serve anche a formare parole e nomi nuovi, soprattutto del linguaggio dotto, scient. o tecn.: in geografia, col sign. di «al di là», come in Transgiordania e in transdanubiano, o con quello di «attraverso», in aggettivi riferentisi a mezzi di comunicazione (strade, ferrovie, ecc.): transaustraliano, transatlantico, transiberiano, transpolare. In partic., nella terminologia scient., può indicare superamento di un termine (transfinito), attraversamento di un corpo, scambio, spostamento; in medicina indica per lo più una sede o modalità di passaggio (puntura transparietale; contagio transplacentare); in biochimica, nel caso di enzimi, sottolinea una funzione di trasporto di un radicale: radicale aminico per le transaminasi; radicale metilico per le transmetilasi. Talora è peraltro usato anche per la formazione di composti più effimeri; per es., nel linguaggio giornalistico, si parla spesso di schieramenti o movimenti transpartitici, i cui rappresentanti, di estrazione politica diversa, superando le normali divisioni fra partiti, si propongono come forza nuova e riformatrice. ◆ I rinvii da forme ant. con trans- a forme moderne con tras- si fanno soltanto in alcuni casi, quando le forme con trans- hanno qualche rilievo particolare.