tramortire
v. intr. e tr. [der. di morto, col pref. tra- (cfr. lat. intermortuus «svenuto, tramortito»)] (io tramortisco, tu tramortisci, ecc.; come intr., aus. essere). – 1. intr. Perdere la coscienza: era tramortito, e non si riusciva a fargli riprendere i sensi; D’uno fanciullo che tramortì, vedendo santo Francesco parlare con Cristo (Fior. di s. Franc.); non mi assicuro che gli uomini ... non tramortiscano dalla percossa (Leopardi); E la scolta insultatrice Di spavento tramortì (Manzoni). 2. tr. Far perdere i sensi: lo tramortì con una sassata; con riferimento a parti del corpo che perdono la sensibilità e la mobilità: il colpo gli aveva tramortito il braccio. ◆ Part. pass. tramortito, frequente come agg.: stava lì tramortito dal freddo, dallo spavento; questo detto, tramortita addosso gli ricadde (Boccaccio). Anche fig.: La tramortita sua virtù ravviva (Dante), dove Beatrice chiede a Matelda di ravvivare l’indebolita memoria del poeta.