torto2
tòrto2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.; propr. «ciò che non è retto, che non è giusto»]. – 1. Il contrario di diritto1, quindi azione ingiusta, ingiuriosa, colpevole: pensa ch’i’ sono Presso a colui ch’ogne t. disgrava (Dante), presso Dio che allevia e compensa ogni ingiustizia; questa oscura valle, Ove piangiamo il nostro e l’altrui torto (Petrarca), la colpa nostra e quella di Adamo; fare, ricevere un t., un’ingiustizia; combattere per difendere gli oppressi e riparare i t.; vendicare i t., vendicarsi dei t. subìti. Fare torto, fare un’ingiustizia, con varie sfumature di sign.: Francesco venne poi, com’io fu’ morto, Per me; ma un d’i neri cherubini Li disse: «Non portar: non mi far torto. Venir se ne dee giù tra ’ miei meschini Perché diede ’l consiglio frodolente» (Dante, Inf. XXVII, 112-116: il diavolo disputa un’anima a san Francesco); se non accetta il mio invito a pranzo, mi fa un t.; venga a servirsi da me, non mi faccia t., frase che un negoziante può rivolgere a un suo cliente; è una cosa che gli fa t., che fa t. al suo ingegno, alla sua abilità, che appare contraria o inadeguata alle possibilità della persona, indegna dei suoi meriti. Avere un t., dei t. verso qualcuno, avere fatto ai suoi danni qualche cosa di ingiusto; anche in espressioni iron.: ho un solo t., quello di avergli dato retta una volta. 2. Come opposto a ragione: a. Pretesa ingiusta: Se combatti per lei, rimarrai morto: Che così avviene a chi s’appiglia al torto (Ariosto). b. La condizione di chi è lontano dal diritto o dal giusto nell’agire, nel giudicare, nel pensare: la ragione e il t. non si dividon mai con un taglio così netto, che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro (Manzoni); Il torto e il diritto del non si può, titolo di un famoso scritto di Daniello Bartoli (1655), rivolto a combattere l’intransigenza della Crusca; avere t., non avere diritto di agire o di esprimersi in un determinato modo, avere agito o parlato in modo contrario al giusto, al vero; mi dispiace dirlo, ma ha t. (rafforzando: hai t. marcio); spesso chi ha t. è quello che grida di più; ha il t. di credersi un grand’uomo; ha avuto t. a rispondergli in quel modo; talvolta al plur., soprattutto in frasi negative: non ha tutti i t. se è un po’ diffidente (che equivale pressappoco a dire «ha ragione, ha le sue buone ragioni»); con lo stesso sign.: essere dalla parte del t.; analogam., passare dalla parte del t. (se reagirai in quel modo, finirai col passare tu dalla parte del t.); dare t. a qualcuno, non riconoscergli il diritto di fare o dire qualche cosa, affermare che ha agito ingiustamente, che ha detto cosa non vera: sembrava sicuro del successo, ma i fatti hanno finito col dargli torto. c. Locuz. avv. a torto (contr. di a ragione), per motivi non giusti, quindi ingiustamente, inopportunamente: si lamenta a t.; crede a t. che io gli sia contrario; vuole averla vinta a t. o a ragione; niuna cosa è la quale io non facessi per riavere colui che a t. m’ha abbandonata (Boccaccio); Voltaire, troppo biasmato, e troppo a torto Lodato ancor (Parini).