torsione
torsióne s. f. [dal lat. tardo torsio -onis, der. di torquēre «torcere», part. pass. torsus per il class. tortus]. – L’azione, l’operazione di torcere, di far ruotare, e il fatto di venire torto o fatto ruotare; l’effetto stesso che ne consegue. In partic.: 1. a. In meccanica e nella tecnica, la sollecitazione a cui viene sottoposto un corpo cilindrico o prismatico (albero di macchina, trave, pilastro, ecc.) quando ad alcune sezioni trasversali di esso sono applicate coppie giacenti sul piano delle sezioni stesse, in modo che queste ultime siano soggette a ruotare una rispetto all’altra. b. Nell’industria tessile, l’assetto impartito a fibre naturali o artificiali di stoppini o lucignoli, fili e filati, con l’operazione di torcitura, ossia con un avvolgimento a elica su sé stessi o tra di loro, assetto che comporta una maggiore aderenza reciproca delle fibre o dei capi e quindi una maggiore resistenza alla trazione: operare la t., coefficiente di t., di fibre, fili e filati. Si dicono senza torsione i tipi di filati ottenuti senza l’impiego di una vera e propria torsione per tenere insieme le fibre. c. Nella sospensione degli autoveicoli, barra di t., l’elemento costituito da una barra elastica di acciaio, capace di assorbire l’energia d’urto che la ruota cui è collegata subisce per effetto delle irregolarità della sede stradale. d. In scienza delle costruzioni, momento di torsione, locuz. meno com. e meno propria di momento torcente (v. momento, n. 7 b). Per la bilancia di t., v. bilancia, n. 2 b. 2. a. Con riferimento al corpo umano, a una sua parte, o a un arto, l’azione, il fatto di torcere, di far ruotare su sé stesso: atterrare un avversario mediante una violenta t. del suo avambraccio sinistro; nella ginnastica, movimento di rotazione del corpo o parte di esso intorno al suo asse longitudinale: t. del busto; in medicina, fratture da t., quelle conseguenti a un movimento di torsione, come, per es., le fratture spiroidi della tibia; emostasi per t., quella praticata serrando e torcendo con una pinza l’estremo sezionato di un vaso sanguifero (metodo riservato ai piccoli vasi del derma). Nel linguaggio medico, anche il fatto di torcersi, di avvolgersi su sé stesso, detto di organi o formazioni tubolari o peduncolate, o con un segmento ristretto (colecisti, milza, omento, intestino; cisti ovariche, polipi), che si manifesta solitamente con una crisi dolorosa improvvisa, dovuta, in tutto o in parte, al disturbo circolatorio che la torsione stessa determina. b. In zoologia, t. dei visceri, nei molluschi gasteropodi, la torsione di 180° del corpo che si osserva durante lo sviluppo larvale, e che porta l’apparato digerente e il sistema nervoso ad assumere una conformazione a U, e la cavità del mantello, l’ano, le branchie e i nefridiopori a trovarsi in posizione anteriore. c. In botanica, t. di un organo di sviluppo (cauli, peduncoli fiorali, viticci, foglie, ovarî), fenomeno che si osserva quando, restando normale l’asse dell’organo, si ha un accrescimento irregolare sui varî suoi lati.