torba
tórba s. f. [dal fr. tourbe, che è dal franco *turba, cfr. ted. Torf]. – 1. In pedologia, suolo costituito quasi esclusivamente di sostanza organica poco decomposta perché formata in condizioni di anaerobiosi, con conseguente rallentamento dei processi di biodegradazione, come avviene in ambienti saturati (in permanenza o frequentemente) dall’acqua; si distingue una t. acida o oligotrofica, e una t. calcica o eutrofica: la prima si forma in presenza di acque povere in ioni di calcio, ed è caratterizzata da un contenuto in ceneri che non supera il 5% del peso secco, da cellulosa e lignina; la seconda, che si forma in zone con falda freatica permanente su substrati calcarei, può avere anche circa il 10% di ceneri ed è formata quasi esclusivamente da lignina. 2. Combustibile fossile di età quaternaria, costituito da resti più o meno decomposti di erbe, per lo più palustri, acqua (anche quattro o cinque volte il peso della sostanza secca) e sostanze minerali diverse (ceneri), a struttura fibrosa e di colore bruno. Si estrae dal fondo di laghi e paludi (t. di palude, ricchissima d’acqua) o da giacimenti in terra ferma (torbiere); essiccata, generalmente all’aria, costituisce un combustibile povero, per cui viene distillata (con produzione di coke, gas combustibile, catrame, acque ammoniacali, ecc.) o gassificata (con trasformazione del carbonio in ossido di carbonio e dell’azoto in ammoniaca); le torbe più scadenti vengono usate come emendanti per terreni poveri di sostanze umiche, in floricoltura, per lettiere da stalla, ecc.; quella poco fossilizzata, opportunamente depurata, viene utilizzata come surrogato del crine vegetale, col nome di lana vegetale. 3. In geologia e in archeologia, linea di torba, macchia scura nel terreno che rivela la presenza sotterranea dei resti di una superficie sepolta o di strutture artificiali antiche ricoperte di terra o di zolle erbose.