togliere
tògliere (ant. o letter. tòllere; pop. o letter. tòrre) v. tr. [lat. tŏllere «levare, alzare, sollevare»] (pres. indic. tòlgo [ant. tòglio], tògli [poet. ant. tòi], tòglie [poet. ant. tò, tòe], togliamo, togliéte, tòlgono [ant. tògliono]; pres. cong. tòlga [ant. tòglia], ... togliamo, togliate, tòlgano [ant. tògliano]; fut. toglierò [pop. o letter. torrò], ecc.; condiz. toglierèi [pop. o letter. torrèi], ecc.; pass. rem. tòlsi, togliésti, ecc.; part. pass. tòlto). – 1. a. Prendere, ma soltanto in alcune delle accezioni di questo verbo, e quando non ci sia solo l’idea dell’afferrare ma anche dello staccare o sollevare da un luogo (anticam., e ancora oggi in qualche dialetto, con uso più largo, e in parecchie accezioni proprie di prendere): il famigliare, forse sdegnato perché niuna volta bere aveva potuto del vino, tolse un gran fiasco (Boccaccio); di lacrime sparso ambe le guance,... Toglieasi in man la lira (Leopardi); tolse il bambino in braccio. Nell’imperativo, è comune spec. la forma apocopata to’ (v.), più raram. togli, che nella lingua ant. era spesso usata per accompagnare un atto di scherno (cfr. in Dante la frase di Vanni Fucci nel compiere il gesto sacrilego verso il Cielo: «Togli, Dio, ch’a te le squadro!» [Inf. XXV, 3]; e nel Boccaccio: chiamato il Gerbino, presente agli occhi suoi lei gridante mercé e aiuto svenarono, e in mar gittandola disson: «Togli, noi la ti diamo qual noi possiamo e chente la tua fede l’ha meritata» [Dec. IV, 4]). In partic., tòr moglie, tòrre in o per moglie, ant. anche tòrre donna, e spesso semplicem. tòrre (raro con questo senso l’infinito togliere), prendere in moglie, sposare: io ho trovata una giovane ... la quale io intendo di tor per moglie (Boccaccio); Dietro a l’antico [Enea] che Lavina tolse (Dante); più raram. riferito alla donna, tòrre marito (o semplicem. tòrre): tolsi due mariti (Dante, facendo parlare Marzia), mi sposai due volte. b. Prendere, nel senso di ricevere: Fiorenza dentro da la cerchia antica, Ond’ella toglie ancora e terza e nona (Dante); accogliere: il padre di lei, ch’in casa il tolse Tornando infermo di Ierusalemme (Ariosto); la bambina se l’era tolta in casa comare Stefana, per carità (Verga); ant., cogliere, afferrare, detto dell’occhio, quindi scorgere: un’altra da lungi render cenno, Tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre (Dante). Frequente anche col senso di trarre, desumere, derivare: però che ne le corti anticamente le vertudi e li belli costumi s’usavano, sì come oggi s’usa lo contrario, si tolse quello vocabulo [di cortesia] da le corti, e fu tanto a dire cortesia quanto uso di corte (Dante); più specificamente, prendere per via d’imitazione, oppure estrarre da un’opera per copiare o per citare: Tu se’ solo colui da cu’ io tolsi Lo bello stilo che m’ha fatto onore (Dante); le notizie sono tolte da fonti contemporanee; da dove hai tolto questi esempî, queste citazioni?; ci sono nel suo articolo alcune frasi tolte di peso dal mio libro; il passo da tradurre è tolto dal «De officiis» di Cicerone. c. ant. o region. Prendere o esigere una determinata somma come pagamento: perché voi mi parete gentiluomini, io vi torrò fiorini cinque dell’una (Sacchetti); Né Pier né li altri tolsero a Matia Oro od argento, quando fu sortito Al loco che perdé l’anima ria (Dante), quando fu chiamato a sostituire Giuda. d. letter. Intraprendere, imprendere, nell’espressione t. a fare, o a voler fare, una cosa: ha tolto a considerare diligentemente le qualità e l’indole del nostro tempo (Leopardi); in qualche caso, accettare o preferire di fare, adattarsi a fare pur di ...: mi torrei dormire in petra ... Sol per veder do’ [= dove] suoi panni fanno ombra (Dante); Togliendo anzi [= preferendo piuttosto] per lei sempre trar guai Che cantar per qualunque (Petrarca). 2. Levare, sollevare, innalzare: di terra mi toglie (Parini); anche in senso fig.: era già stato messer Gentile con somme lode tolto infino al cielo (Boccaccio). È sinon. di levare soprattutto nelle varie accezioni del sign. 2 di quel verbo, e con esso ha comuni molte locuz. (per le quali v. appunto levare, che è, spec. nella lingua odierna, molto più pop.). In partic.: a. Rimuovere, spostare altrove, portare via: t. un quadro dalla parete, una bottiglia dallo scaffale, un vaso da una mensola; t. la pentola dal fornello, le castagne dal fuoco (per l’uso fig. della locuz. t. le castagne dal fuoco per qualcuno, v. castagna, n. 1); ho fatto t. le tende per dare più luce alla stanza; togliersi il cappello, i guanti, la giacca, le scarpe; togliersi gli occhiali; non c’è da t. una virgola (per dire che uno scritto è perfetto e soddisfa pienamente). In senso più astratto: t. un divieto; t. un ostacolo; cibi, bevande che tolgono la fame, la sete; togliersi una voglia, un capriccio (cfr. i più com. levarsi o cavarsi). Determinato da avv. o locuz. avverbiali: t. via, t. di mezzo; toglimi di torno tutti questi impicci! Con compl. di persona: non vedeva l’ora di togliersi dai piedi quell’importuno; t. i giovani da un ambiente malsano; l’ha tolto dalla scuola per mandarlo a lavorare; l’hanno tolto da quell’ufficio, per trasferirlo altrove. Nel rifl., togliersi da un luogo, allontanarsi, andarsene: indi si tolse e più non volle Né vedermi né udirmi (T. Tasso); E ciò dicendo, solo Lascio il mio appoggio; e bieco indi mi toglio (Parini); donde egli mai per l’avanti non si era tolto (Leopardi); anche, togliersi dagli occhi, dalla vista, dalla presenza di qualcuno; nell’uso com., togliersi dai piedi, liberare della propria presenza, andarsene cessando d’infastidire: tògliti dai piedi e non mi seccare!; volete togliervi dai piedi?; nell’uso poet., ant., togliersi ad alcuno, staccarsi da lui (realmente o negli affetti): Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui (Dante). b. Liberare: l’aere bruno Toglieva li animai che sono in terra Da le fatiche loro (Dante); t. dai ceppi, dalle catene, da una posizione scomoda. c. Levare una certa quantità da una quantità maggiore: questa minestra è troppa per me, tòglimene una metà; in matematica, equivale a sottrarre, cioè calcolare una differenza: togliere 5 da 7. d. Portare via, privare, lasciare privo di qualche cosa (e con questi sign. è più com. di levare): i creditori gli hanno tolto anche quei pochi beni che gli erano rimasti; t. a uno la patente di guida, il passaporto; di queste cose che la fortuna può dare e tòrre (Dante); E fuggendo mi toi quel ch’i’ più bramo (Petrarca). In partic., portare via con la forza, con la violenza, o con la frode e l’inganno: deliberarono tòrre per forza al popolo quello che per poca prudenza gli avevano conceduto (Machiavelli); anche uccidendo: Quali i pastori a cui il fer lupo ha tolto Il più bel toro del cornuto armento (Poliziano); la guerra le aveva tolto a uno a uno tutti i suoi figli; t. la vita, uccidere, togliersi la vita, uccidersi; ant., t. la persona, privare della vita: non solamente l’avere ci ruberanno ma forse ci torranno oltre a ciò le persone (Boccaccio). Con altri compl. astratti: t. a uno la parola, privarlo della facoltà di parlare, in un’assemblea o in altre riunioni (con altro senso, mi hai tolto la parola di bocca, hai detto proprio la parola o le cose che stavo per dire io); t. il saluto, non rivolgere più il saluto; i troppi pensieri mi tolgono il sonno; disgrazie tali da t. il senno, da t. la ragione; t. la pace, la tranquillità; non mi togliete questa consolazione, questa gioia, questa speranza; t. l’onore, disonorare; t. la reputazione, screditare: lo spendere quello di altri non ti toglie reputazione ma te ne aggiunge (Machiavelli); condannandolo, gli togliete ogni possibilità di risollevarsi; vederai Cose che torrien fede al mio sermone (Dante), che renderebbero non credibile il mio discorso. e. ant. o raro. Impedire: non temer; ché ’l nostro passo Non ci può tòrre alcun (Dante); se noi vogliam tor via che gente nuova non ci sopravenga (Boccaccio); è ancora com. nell’espressione ciò non toglie che ..., a proposito di un’asserzione che sembrerebbe dover impedire un fatto, distruggere una verità, ecc., mentre invece non ha o non deve avere tale effetto: se tu l’hai perso, ciò non toglie che io te l’ho dato; si è comportato male, ma ciò non toglie che io gli debba riconoscenza per quanto aveva già fatto per la mia famiglia. Ormai letter. o antiquata la formula deprecativa, enfatica, tolga Iddio! (meno com. tolga il cielo!), Dio impedisca, Dio non voglia: potrebbe succedere, tolga Iddio!, un vero disastro. ◆ Part. pass. tòlto, in unione con l’ausiliare o da solo (un brano tolto dai «Promessi Sposi»; le monete tolte dalla circolazione, ecc.); anche assol., con sign. affine a tranne, eccetto, fuorché: i candidati, tolti due o tre, sono stati tutti promossi; anche sostantivato, con valore neutro («ciò che è stato tolto, sottratto»), nella locuz. il mal tolto o, in grafia unita, il maltolto (v.).