tiraggio
tiràggio s. m. [dal fr. tirage; v. la voce prec.]. – L’azione, il fatto di tirare, in accezioni specifiche connesse con i varî sign. del verbo. 1. Operazione della tessitura compiuta su antichi telai, consistente nell’ottenere la levata dei fili di ordito tirando, appunto, un determinato numero di cordicelle a essi collegate. 2. L’attivazione della circolazione d’aria in un camino, in una stufa, nel focolare di una caldaia o di un forno, allo scopo di fornire la quantità di ossigeno necessaria alla combustione, ottenuta sfruttando, o provocando artificialmente, un’opportuna differenza di pressione atta a imprimere alla massa gassosa una certa velocità e a vincere nello stesso tempo tutte le resistenze di attrito dovute all’attraversamento della griglia, dello strato di combustibile, dei condotti di fumo, e ancora dovute alla presenza di gomiti, cambiamenti di sezione, ecc.; t. naturale, quello dovuto al movimento naturale di un gas tra due punti a differente pressione, e precisamente dal punto a pressione maggiore a quello a pressione minore, ottenuto, negli impianti di caldaie, disponendo un camino, in muratura o cemento armato, al termine del percorso dei fumi, attraversato da questi a una temperatura notevolmente superiore a quella esterna e con una velocità (velocità di t.) dai 3 agli 8 metri al secondo; t. artificiale, quello realizzato con l’ausilio di un ventilatore quando non sia possibile sistemare un camino adeguato o convenga limitare le perdite di calore allo scarico: si distinguono t. aspirati e t. soffiati, nei quali il ventilatore rispettivamente aspira o preme i fumi. Con sign. analogo, si parla anche di t. di una pipa. 3. Nel linguaggio mercantile, l’operazione di rimozione della merce dalle stive di una nave per portarle sul ponte; anche, il compenso che viene corrisposto (in detrazione dal nolo) al destinatario delle merci trasportate se egli si impegna a provvedere a proprie spese, in luogo dell’armatore, al compimento di tale operazione. 4. Nel linguaggio econ., il prelievo valutario presso il Fondo monetario internazionale. 5. Nel microscopio e nel cannocchiale, distanza tra obiettivo e oculare: è fisso nel microscopio, nel quale la messa a fuoco si fa avvicinando o allontanando l’oggetto dall’obiettivo; variabile nel cannocchiale, in cui la distanza dell’oggetto dall’obiettivo è obbligata e la messa a fuoco si ottiene appunto variando il tiraggio. Negli obiettivi fotografici, la distanza tra il punto nodale posteriore (v. nodale, n. 1 f) e il piano focale. 6. In medicina, forma meno frequente del fr. tirage, per indicare un tipo di dispnea. 7. Nella tecnica di produzione di monocristalli, processo (detto anche, con termine ingl., pulling) in cui l’accrescimento, sotto vuoto, avviene su un unico germe cristallino immerso in un bagno fuso, dal quale viene lentamente estratto al momento opportuno.