tipografo
tipògrafo s. m. [dal lat. rinascimentale typographus (sec. 15°), comp. del gr. τυπο- «tipo-» e -γράϕος «-grafo»]. – 1. (f. -a) Chi esercita l’arte e l’attività tipografica. Può essere riferito a chi dirige un’officina tipografica o ne è proprietario: Giovanni Gutenberg fu il primo t. in Europa (v. prototipografo); ma è anche termine generico per indicare gli operai che lavorano in una tipografia, quando non occorre precisare la loro specialità (compositore, impaginatore, linotipista, ecc.): fa il t.; anche con uso appositivo: operaio tipografo. T. editore, lo stampatore che s’incarica anche dell’edizione e della vendita dei libri usciti dalla propria tipografia. 2. Nome comune di un piccolo coleottero della famiglia ipidi (lat. scient. Ips typographus), lungo circa 5 mm, dannoso a pini, abeti rossi e larici, per lo più malati o abbattuti: in primavera il maschio si accoppia con diverse femmine che depongono in gallerie scavate sotto la corteccia (le erosioni hanno nell’insieme l’aspetto di una lettera Y, X, o H maiuscola) 100 e più uova ciascuna; quando queste si schiudono, le larve cominciano a mangiare con le robuste mandibole il legno circostante, allontanandosi a raggiera dalle gallerie centrali scavate dalle madri (sulla corteccia rimane un disegno a stella); prima di uscire dal legno le larve si trasformano in ninfa.