tigna
s. f. [lat. tĭnea o tĭnia «verme, tarlo, pidocchio»]. – 1. a. Malattia contagiosa parassitaria della pelle, per lo più localizzata nel cuoio capelluto, causata da funghi ifomiceti, nelle tre forme di t. favosa, t. microsporica e t. tricofitica, che colpiscono soprattutto bambini e ragazzi. In senso fig., ant., grattare la t. a qualcuno, graffiarlo, percuoterlo duramente: i’ temo ch’ello Non s’apparecchi a grattarmi la tigna (Dante). b. In veterinaria, malattia della pelle, con caratteristiche analoghe a quella umana, che colpisce varî animali, soprattutto domestici. 2. fig. a. non com. Molestia, fastidio (cfr. rogna): chi ha vigna ha tigna (prov. tosc.). b. ant. Persona o cosa repellente: S’avessi avuto di tal tigna brama (Dante). c. Persona avara: è una t. che negherebbe un soldo a suo fratello. d. region. Puntiglio, ostinazione, cocciutaggine: perché mai ti è presa questa tigna?; c’è accanimento nelle mie tirate, non vorrei dirlo ma c’è t., competizione (Sandro Veronesi).