tiepido
tièpido (meno com. tèpido) agg. [lat. tĕpĭdus, der. di tepere «esser caldo, esser tiepido»]. – 1. Moderatamente caldo, non freddo e neppure troppo caldo, per lo più con l’idea di una temperatura gradevole: vorrei una tazza di brodo appena t.; l’acqua è t., e già si può fare il bagno; l’aria t. della primavera; le giornate cominciano a farsi più t.; Al tiepido spirar de le prim’aure Fecondatrici (Parini). 2. In usi fig., sempre contrapp. a caldo con valore limitativo: a. Poco zelante: è t. nel fare il bene; una fede t.; un t. fautore; perché lo introduttore [di nuovi ordini] ... ha tepidi defensori tutti quelli che degli ordini nuovi farebbono bene (Machiavelli). b. Poco caloroso nell’affetto o nelle dimostrazioni di esso: lo rimprovera d’essere troppo t. verso di lei; non entusiastico: l’attore ha riscosso t. applausi; l’accoglienza è apparsa piuttosto tiepida, quasi fredda; poco convinto: s’era mostrato molto t., se non proprio freddo, verso l’affare (Sebastiano Vassalli). ◆ Dim. tiepidétto (o tepidétto), tiepidino (o tepidino); pegg., non com., tiepidastro (o tepidastro): v’era in canale più fango che acqua; ed era sitosa, tiepidastra sulle mani e sulle braccia (Bacchelli). ◆ Avv. tiepidaménte (o tepidaménte), quasi esclusivam. in senso fig., con poco calore, con scarso zelo o entusiasmo: lo accolse tiepidamente.