tetro
tètro agg. [dal lat. taeter -tra -trum]. – 1. a. Privo di luce, e perciò scuro, cupo, squallido così da suscitare angoscia e da far quasi rabbrividire: giacevano in un t. carcere; i t. sotterranei del palazzo; abitano in certi stanzoni umidi e t.; un t. bugigattolo; una casa t. e lugubre; Così tornavan per lo cerchio tetro Da ogne mano a l’opposito punto (Dante). Con riferimento all’aspetto esterno di un luogo, fosco, severo, minaccioso: un t. castello; la t. prigione; sostantivato: una fortezza che ha qualcosa di tetro. b. fig. Pieno di cupa tristezza: sopra la lor tetra Noia le facezie e le novelle spandi (Parini); il dì futuro Del dì presente più noioso e t. (Leopardi); nell’uso com., riferito soprattutto a persona chiusa astiosamente in sé e cupamente accigliata: è sempre t.; aveva una faccia t.; è d’umor t. anche oggi; e con riguardo allo stato d’animo: era agitato da t. pensieri; una diversa amarezza le rese t. l’animo (Enzo Siciliano). 2. non com. Riferito a cosa sgradevole, che riempie di ribrezzo e di ripugnanza: allontanai lo sguardo da quella vista t.; letter., riferito all’odore: Col t., osceno, abbominevol puzzo [le arpie] Ne sgominâr le mense (Caro). Il superl., nei varî sign., è tetèrrimo, un latinismo (lat. teterrĭmus) limitato tuttavia a usi letter. e rari. ◆ Avv. tetraménte, in modo o con aspetto tetro.