teopolitica
(teo-politica), s. f. L’intreccio tra istanze religiose e politiche. ◆ Siamo nell’era della «teopolitica». Propongo questo neologismo per definire la tendenza a fondere, o a confondere, religione e politica, che va diffondendosi nel mondo attuale. Anche in Occidente aumentano i politici e gli intellettuali, i quali sostengono che l’era della secolarizzazione è finita: la politica deve ritornare a Dio, e Dio deve essere presente nella politica. […] Nella scia dell’America,la tendenza alla teopolitica sta prendendo piede in Italia. (Emilio Gentile, Sole 24 Ore, 31 dicembre 2006, p. 42, Dizionario 2006) • [tit.] L’Occidente e la teo-politica [testo] L’Occidente è minacciato dalla teologia politica, non solo da quella islamica ma da qualunque dottrina che abbia come fondamento l’idea che la legge di Dio debba governare l’umanità. Si tratta, afferma il politologo americano Mark Lilla, di un istinto antico destinato a sfidare la democrazia. (Corriere della sera, 17 dicembre 2007, p. 64) • [tit.] L’errore della teopolitica [testo] […] Il «Cantico delle creature» va ben oltre il sentimento di fratellanza con l’intera natura. Oggi possiamo leggervi una felice e fiduciosa ammirazione per tutto il visibile, e per ciò che il visibile annuncia. Ma non per la visibilità della vita pubblica, della piazza, della polis. Non in questo visibile traduce l’Invisibile: crederlo fu l’immenso errore che portò nel mondo la teocrazia, e in Italia l’ideologia neoguelfa. E che nel secolo scorso nutrì le forme veramente ateo-devote della teopolitica: un nichilismo decisionista che tutto riduce a brutali o raffinati rapporti di potere, e che addirittura ha finito per ridurre le categorie del politico a una barbarica semplificazione, venata di una punta mafiosa: amico-nemico. (Roberta De Monticelli, Repubblica, 27 febbraio 2008, p. 33, Commenti).
Composto dal confisso teo- aggiunto al s. f. politica.
Già attestato nella Repubblica del 7 gennaio 1994, p. 31, Cultura (Tahar Ben Jelloun).