tentare v. tr. [lat. temptare e tentare (prob. due verbi di diversa origine, confusisi già in latino)] (io tènto, ecc.). - 1. (lett.) [toccare leggermente: il mio duca mi tentò di costa, Dicendo: "Parla tu ..." (Dante)] ≈ sfiorare, tastare. ⇑ toccare. 2. (fig.) a. (lett.) [sottoporre qualcuno a interrogazioni per conoscerne le intenzioni, per sollecitarlo a parlare o agire e sim.: Tenta costui di punti lievi e gravi ... intorno de la fede (Dante)] ≈ esaminare, interrogare, mettere alla prova. b. [cercare di indurre al peccato, spingere con allettamenti a compiere cosa che non si dovrebbe: il diavolo lo tentò; non mi t.; il mondo lo tentava con le sue seduzioni] ≈ adescare, allettare, indurre in tentazione, lusingare, sedurre. c. [con compl. ogg. astratto, sottoporre a tentazioni: t. la fede, la virtù, la pudicizia altrui] ≈ attentare (a). ‖ mettere alla prova, provare, saggiare, sperimentare. d. [indurre ad agire in un certo modo, risultare allettante, spec. con riferimento a cosa che non appare facile, opportuna o lecita, anche con la prep. di e l'inf.: è un'idea che mi tenta; fui tentato di rispondergli male] ≈ ‖ allettare, attirare, attrarre, invogliare, lusingare, sedurre, stimolare, stuzzicare. ↔ disgustare, nauseare, ripugnare. 3. (fig.) [compiere un tentativo per ottenere qualcosa e sim., con la prep. di e l'inf. o assol.: i prigionieri tentarono di fuggire] ≈ cercare, provare (a). ● Espressioni: tentare il tutto per tutto (o tentarle tutte) [provare con ogni mezzo] ≈ (fam.) fare carte false, fare di tutto (o l'impossibile o il possibile), (fam.) smuovere mari e monti.
tentare. Finestra di approfondimento
Piccoli sforzi - Il concetto di «fare un tentativo, mettersi nelle condizioni di fare qualcosa, di ottenere un risultato» è espresso principalmente dai verbi cercare, provare e t., secondo diverse sfumature. Cercare implica di solito lo sforzo minore, t. quello maggiore, oltre a essere il più formale dei tre. Inoltre, mentre in cercare e t. è sottolineato il desiderio del risultato, provare esprime soltanto l’atto di fare il tentativo. Se si cerca di fare qualcosa, spesso si ha tutta l’intenzione e la capacità di riuscirci, mentre se si tenta di fare qualcosa le possibilità di riuscita saranno inferiori: cerca di capire quanto di dico; hai mai provato a camminare ad occhi chiusi?; tentai in vano di ricordargli uno dei nostri giorni più allegri (F. Tozzi). Questa leggera gradazione semantica, comunque chiarita dal contesto, rende talora non perfettamente intercambiabili i tre verbi in questione. Nell’enunciato: è occupato, proverò a telefonare più tardi il verbo provare indica l’eventualità di trovare nuovamente occupato, più che l’eventualità di non riuscire a telefonare perché si è troppo impegnati, come invece sembrerebbe dall’enunciato: è occupato, cercherò di telefonare più tardi. Se infine si sostituisce t. a cercare, le probabilità di riuscire a telefonare sembrano inferiori. Se lo sforzo richiesto all’azione non è particolarm. gravoso, un sinon. adatto è fare in modo di (o, più raram., da) o, fam., vedere (di), mentre, per sforzi più consistenti, si dispone del sinon. formale procurare (di) o del più com. fare di tutto per (o perché): vedrò di tornare in po’ prima, stasera; fai in modo di liberarti per le cinque; il duca, per evitare altre domande di sussidii, fece in modo da ottenergli un posto di copista all’archivio provinciale (F. De Roberto); procurò di farmi avere un passaporto nuovo; ha fatto di tutto per agevolarlo.
Grandi sforzi - Per tentativi che richiedano un impegno notevole, si dispone dei verbi sforzarsi (di) e del più formale adoperarsi (a, per, perché), anch’essi con diverse sfumature. Il primo verbo sottolinea infatti l’idea dello sforzo, mentre il secondo quella del desiderio del risultato: la mente vede un istante il vero, ma siccome questo non le piace, lo discrede l’istante a presso, sforzandosi di guardare altrove (S. Pellico); ci adoperammo tutti per cercargli un lavoro.
Sostantivi - I der. di provare e t. accentuano la diversità di sign. dei verbi, infatti prova suggerisce di solito uno sforzo minore rispetto a tentativo e, soprattutto, il primo termine sottolinea l’idea stessa del provare, senza necessariamente alludere al risultato, mentre il secondo lo sforzo connesso al provare e il desiderio di riuscire: fece molte prove prima di riuscire ad arrampicarsi sul muro; voleva fare un ultimo tentativo per indurlo a prender moglie (F. De Roberto). Curiosamente, non si conoscono der. di cercare come sinon. di tentare. Proprio in virtù del diverso valore semantico, prova si è specializzato in numerose accezioni (quasi tutte afferenti al senso di «simulazione») in cui non può essere sostituito da tentativo: prova di stampa; prova di un vestito; prova nel senso di «saggio di esecuzione di un brano teatrale o musicale ». Neppure tentativo può spesso essere sostituito da prova: sono riuscito a trovare il numero giusto al primo tentativo. Se, come nel precedente es., con tentativo si intende «ciascuno degli atti, o della serie ordinata di atti, eseguiti per ottenere un risultato», prova non è termine adeguato, come mostra la diversa interpretazione dei seguenti enunciati: dopo vari tentativi, siamo riusciti a far funzionare il registratore; dopo varie prove, siamo riusciti a far funzionare il registratore. L’interpretazione più naturale del secondo enunciato assegna a prova il sign. specifico di «serie di verifiche strumentali», e non quello di «atto del tentare». Lo stesso dicasi per: c’è stato un tentativo di colpo di stato, laddove prova alluderebbe quasi a una sorta di simulazione. Quest’ultimo es. mostra come tentativo implichi talora che il risultato non sia stato ottenuto. Sinon. intens. di tentativo sono sforzo e il lett. conato, che esprimono la difficoltà e la fatica del provare a fare qualcosa: il Re avrebbe fatto ogni sforzo per liberare il suo regno (G. Verga); il conato alla libertà sarà poderoso ed efficace ammaestramento di virtù (I. Nievo). Di sign. leggermente diverso è esperimento, che indica di solito una prova volta a dimostrare le qualità o le caratteristiche di qualcosa (secondo l’etimo originario di provare: «riconoscere una cosa come buona»). Rispetto a prova e a tentativo, esperimento sottolinea il rigore (solitamente in ambito scientifico) dell’operazione, analogam. a verifica e a test, mentre i sinon. assaggio e saggio, ancorché formali (più il primo del secondo), sono d’ambito più generale: tutta una serie di esperimenti garantì la riuscita dell’operazione; leggi quel libro che a primo assaggio mi parve buono! (I. Nievo); quale verifiche sono state fatte sulle nuove vetture?; abbiamo fatto un piccolo saggio su strada della potenza del motore. Non mancano peraltro attestazioni lett. di esperimento come sinon. di prova: questo, credimi, è l’esperimento più forte del mio coraggio (U. Foscolo).