tensioattivo
agg. e s. m. [comp. di tensio- e attivo]. – In chimica fisica, sostanza t. (o tensioattivo s. m.), sostanza capace, anche se usata in soluzione diluita, di produrre una sensibile diminuzione della tensione interfacciale nei sistemi liquido-gas, liquido-vapore, liquido-liquido, liquido-solido, e di favorire quindi la formazione di schiume, di emulsioni, e la bagnabilità dei solidi. I tensioattivi, a seconda della natura ionica della parte attiva che si origina dalla loro dissociazione elettrolitica, si classificano in anionici (saponi, sali di esteri solfonici di origine naturale o sintetica, sali di acidi solfonici alifatici o aromatici, ecc.), cationici (sali ammonici di alchilamine, ecc.), anfoteri (derivati della betaina, ecc.), non ionici (alcoli superiori in cui siano presenti gruppi etossilici, ecc.); trovano impiego come detergenti ed emulsionanti sia per usi domestici sia per applicazioni industriali (nella preparazione di cosmetici, inchiostri, pesticidi e adesivi, nel decapaggio dei metalli, nella flottazione dei minerali, in varie operazioni dell’industria tessile). Meno usati i sinon. batòtono (agg.), surfattante (s. m.), e ipotensivo (agg.).