temporario
temporàrio agg. [dal lat. temporarius, der. di tempus -pŏris «tempo»]. – 1. non com. Temporaneo (anche con l’accezione partic. n. 2 di temporale1): ogni periodo dev’esser preparazione all’altro, ogni sviluppo t. deve giovare allo sviluppo continuo ascendente della vita immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi (Mazzini). 2. Sono chiamate ore t. le ore in cui veniva diviso il giorno dai popoli antichi (e anche in Italia per quasi tutto il Medioevo), di durata variabile a seconda del «tempo» dell’anno, cioè a seconda della stagione, e perciò dette anche ore disuguali (e, ant., anche temporali: cfr. temporale1, n. 4): si usava infatti dividere l’arco diurno (cioè dall’alba al tramonto), e ugualmente l’arco notturno (dal tramonto all’alba), in 12 ore uguali, ma ciascuna di durata diversa durante l’anno, e precisamente più lunghe le ore diurne d’estate che non d’inverno, e il contrario per le ore notturne, la durata di queste risultando uguale a quelle delle ore diurne soltanto intorno agli equinozî. In Italia, all’inizio del 14° sec., con l’avvento dei grandi orologi meccanici da torre e da campanile, le ore temporarie decaddero dall’uso in favore delle ore uguali derivanti dalla divisione del giorno in 24 ore, prima da un tramonto al successivo (le cosiddette ore italiane), poi, sul finire dell’Ottocento, da una mezzanotte all’altra, come si fa attualmente. ◆ Avv. temporariaménte, temporaneamente: assumeva temporariamente il governo (Manzoni).