temerario
temeràrio agg. [dal lat. temerarius, der. dell’avv. temĕre «alla cieca, avventatamente»]. – 1. a. Che si espone a un pericolo senza necessità e senza riflessione, con un comportamento sconsiderato e imprudente: essere, mostrarsi t.; un giovane t.; anche sostantivato: osa troppo, quel t.; riferito alle azioni, al comportamento e al contegno: tentativo t.; è un passo troppo t.; Pon’ mente al t. ardir di Xerse (Petrarca); Fe’ di sue forze abuso Con t. fronte Chi monte impose a monte (Parini); m’invase un gusto di gioco misterioso e inaudito, e di sfida temeraria (Morante). b. Che ha, che denota un’audacia sfacciata e insolente; sfrontato, impudente: non lo credevo tanto t. da farmi simili proposte; escimi di tra’ piedi, villano t., poltrone incappucciato (Manzoni); parole t., discorsi t.; una risposta t. e provocatoria. 2. Avventato, inconsiderato (e quindi, con sign. più oggettivo, infondato): giudizio t., il pensare male degli altri senza giustificato motivo; nella teologia morale il giudizio t. (che si distingue dal sospetto t. in quanto questo è solo un atteggiamento che non giunge a formulare un giudizio) è considerato grave colpa; lite t., in diritto, azione giudiziaria intentata senza validi e sufficienti fondamenti giuridici o con la consapevolezza di avere torto; proposizioni t., come formula delle censure dottrinali della Chiesa, le affermazioni che rigettano senza sufficienti motivi una verità religiosa generalmente ritenuta certa. ◆ Avv. temerariaménte, in modo temerario, con temerità: affrontare temerariamente un pericolo; esporsi temerariamente all’universale biasimo.