tallo
s. m. [lat. thallus, che è dal gr. ϑαλλός, affine a ϑάλλω «fiorire»]. – 1. Germoglio, talea (con questo sign. è ormai ant. e di uso non tecnico). In senso fig., nell’espressione ant. mettere un t. sul vecchio (cioè un pollone sul vecchio tronco), ringiovanire, acquistare o mostrare in vecchiaia nuovo vigore: voi, madonna Sostrata, avete, secondo che mi pare, messo un t. in sul vecchio (Machiavelli). 2. In botanica, corpo vegetativo, tipico di alghe e funghi pluricellulari e dei licheni, formato da cellule originatesi per divisioni che avvengono secondo piani particolarmente orientati (trasversali, longitudinali, ecc.); a seconda del tipo di organizzazione, derivata dal diverso orientamento dei piani di divisione, il tallo prende denominazioni specifiche: per es., il t. filamentoso semplice delle ulotricacee, il t. ramificato, come nelle piante del genere cladofora, il t. laminare, con uno o più strati di cellule, come quello della lattuga di mare. Il tallo può essere anche cenocitico, come quello sifonato delle alghe vaucheriacee.