talassemia
talassemìa (o thalassemìa) s. f. [dall’ingl. thalassemia, comp. anomalo di thalasso- «talasso-» e -emia]. – In medicina, nome dato a diverse condizioni patologiche, a trasmissione ereditaria, accomunate da particolari alterazioni strutturali dell’emoglobina, diffuse nei paesi del bacino mediterraneo e di varie regioni subtropicali e tropicali; sono distinte in due gruppi contrassegnati dalle lettere α e β a seconda che il gene anomalo in causa sia tra quelli che controllano la sintesi delle catene polipeptidiche, α o β, che costituiscono i tetrameri dell’emoglobina. Nelle forme di tipo β, molto più diffuse, i soggetti eterozigoti presentano soltanto microcitemia, detta anche t. minima perché perfettamente compatibile con il benessere fisico e psichico, o tutt’al più una modesta anemia (t. minore o anemia mediterranea); negli omozigoti si manifesta invece la t. maggiore, o morbo di Th. B. Cooley, a evoluzione letale: donde l’importanza sociale della individuazione, prima dell’età fertile, dei soggetti eterozigoti: questi presentano una resistenza al plasmodio malarico sicché ne risultano avvantaggiati, e la talassemia in questo caso rappresenta un caso di polimorfismo bilanciato.