braille
‹bràai› (o Braille) s. m. o f. e agg. – Denominazione internazionale (dal nome dell’ideatore, l’insegnante fr. LouisBraille, 1809-1852) di un sistema di scrittura per i ciechi (scrittura o codice [...] dita sul foglio: tali disposizioni rappresentano le lettere dell’alfabeto, i segni d’interpunzione, altri segni tipografici e, con alcuni artifici, i numeri, le notazioni musicali, matematiche, ecc. ◆ Poco com. la pronuncia italianizzata bràille. ...
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ectipografia
ectipografìa s. f. [comp. di ectipo1 e -grafia]. – Stampa in rilievo per i ciechi i quali la leggono scorrendovi sopra i polpastrelli delle dita: ideata da Valentin Haüy nel 1784, fu perfezionata [...] da LouisBraille, il quale alle lettere ordinarie in rilievo sostituì un codice di sei punti variamente raggruppati. ...
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Educatore di ciechi (Coupvray, Seine-et-Marne, 1809 - Parigi 1852). Perduta la vista a soli tre anni, fu più tardi ricoverato nell'Istituto dei ciechi a Parigi, ove divenne (1827) insegnante. Nel 1829, perfezionando un metodo di scrittura già...
L'egemonia della vista, nell'attività pratica e percettiva, ha fatto ritenere la cecità una delle più irreparabili sventure; e ogni manifestazione di capacità dei ciechi desta sorpresa, suscitando l'ipotesi di eccezionali compensi. In verità...