tabagismo
s. m. [dal fr. tabagisme, der. di tabagie, locale dove si fumava il tabacco, fumeria, e anche abitudine a fumare molto]. – Uso abituale e prolungato di tabacco, in genere come tabacco da fumo, associato a un insieme di alterazioni organiche e funzionali, più o meno gravi a seconda della quantità complessiva di tabacco consumata, dovute sia alla nicotina e ad altre sostanze presenti nel tabacco, sia ai prodotti di combustione del tabacco stesso, degli additivi usati per la sua concia e della carta delle sigarette (monossido di carbonio, benzopirene e altri idrocarburi policiclici del catrame, acroleina, ecc.). Tali alterazioni (chiamate talora esse stesse tabagismo) comprendono soprattutto disturbi cardiocircolatorî (dolori precordiali, arteriopatie, ecc.), respiratorî (bronchite cronica, enfisema polmonare, diminuzione della capacità vitale, neoplasie, ecc.), gastrointestinali (gastriti, disturbi digestivi varî) e nervosi (irritabilità, cefalea, tremori degli arti, ecc.); particolarmente grave è l’aumentato rischio di tumori, soprattutto di quelli polmonari e del cavo orofaringeo. Si chiama t. indiretto l’inalazione di fumo da parte di non-fumatori, con relativi danni, conseguente al prolungato soggiorno in ambienti viziati dal fumo dei fumatori.