svincolare
v. tr. [der. di vincolo, col pref. s- (nel sign. 1)] (io svìncolo, ecc.). – 1. Liberare da un vincolo o da vincoli, da qualche cosa che lega, che stringe o costringe, togliendo la libertà di movimento; per lo più nel rifl.: svincolarsi da una stretta, dalle braccia dell’avversario o dall’aggressore; come quell’uomo la prese per mano, ella tentò svincolarsi (De Roberto). 2. fig. a. Affrancare da un vincolo, da un impedimento di natura giuridica, amministrativa e sim., riscattare: s. un terreno da un’ipoteca; s. un podere da una servitù; s. la merce, pagare la cifra richiesta per poterla ritirare alla dogana, da un deposito, ecc. (analogam., s. un vagone ferroviario); s. un deposito bancario, già sottoposto a vincolo per un tempo determinato. b. Sottrarre qualcuno o qualcosa a una schiavitù, a una soggezione: vogliamo cancellare i confini, e s. l’umanità dalla paura d’oltretomba (Pea); nel rifl.: svincolarsi da una condizione d’inferiorità; sentire il desiderio di svincolarsi dalla famiglia; e con sign. più generico: svincolarsi da un impegno, da una promessa. ◆ Part. pass. svincolato, anche come agg.: sentirsi svincolato da un obbligo, da una soggezione.