svampare
v. intr. [der. di vampa, col pref. s- (con il sign. 5 nell’accezione 1, e 4 nell’accezione 2)]. – 1. (aus. essere o avere) Uscire fuori fiammeggiando con un rapido guizzo, emettendo vapore ardente: lingue di fuoco svampavano dal camino. 2. (aus. essere) Diminuire di calore, d’intensità, esaurirsi, svanire; per lo più in senso fig.: l’entusiasmo gli è svampato all’improvviso; quando fu in camera la collera gli svampò (Fogazzaro); qui dentro ci sono passioni ... che, se fossero svampate nella prima adolescenza, mi avrebbero lasciata ancor libera di me (Rovani). Anche come intr. pron., svamparsi: quel fuoco di paglia si sarebbe svampato (I. Nievo); oppure rifl.: questi che, quando son per far qualche impresa, parlan tanto e saltano, né possono star fermi, pare che in quelle tali cose si svampino (B. Castiglione). ◆ Part. pass. svampato, anche come agg., col sign. 2 (un entusiasmo, un ardore ormai svampato), o con quello, poco com., di svanito, svampito: era una vera repubblica, anzi un’anarchia di cervelli leggieri e svampati (I. Nievo).