supposizione
suppoṡizióne s. f. [dal lat. suppositio -onis, der. di supponĕre «supporre», part. pass. supposĭtus]. – 1. a. Il fatto di supporre, di fare congetture e ipotesi; in senso concr. e più com., ciò che si pensa e si dice supponendo: è una s. assurda, infondata, arbitraria, oppure fondata, legittima; è solo una s.; è inutile fare supposizioni, fra poco sapremo esattamente com’è andata. b. Nella logica medievale (lat. suppositio), dottrina che ricerca, in base alle relazioni fra i termini costitutivi, le proprietà di significazione e le condizioni di verità delle proposizioni. In filosofia, sinon., più raro e generico, di ipotesi. 2. a. Il fatto di fare apparire come vera una cosa che non lo è, quasi esclusivam. nella locuz. giur. supposizione di parto o di stato, il fatto di denunciare all’ufficiale di stato civile una nascita inesistente (sia dando per nato un bambino che non è mai venuto alla luce, sia dando come nato vivo un bambino nato morto), previsto dal codice penale come delitto contro lo stato di famiglia. b. ant. Scambio di persona, attribuzione a una data persona di uno stato di famiglia non corrispondente al vero (cfr. supposito): el nome [della commedia] è li ‘Suppositi’, perché di supposizioni è tutta piena (Ariosto).